Comunicare oggi: piccola riflessione su questioni grandi

Comunicare oggi: piccola riflessione su questioni grandi

Piccola riflessione che chi si occupa di comunicazione è costretto a fare, specie se in tasca porta la tessera dell’Ordine dei giornalisti. Nel momento in cui ci si trova a pianificare la comunicazione e il relativo budget pubblicitario, non si può non considerate come sia mutato il trend degli investimenti adv in meno di vent’anni. Tanto per dire, dal 2001 al 2017 gli acquisti adv nelle tv sono scesi dal 50,6% al 44,7%, nei quotidiani sono crollati dal 24,4% al 7,6%, nei periodici sono passati dal 16,1% al 4,9%. Invertono la rotta le radio, in cui l’adv cresce dal 4% al 4,9% e ovviamente Internet che dall’1,3% oggi supera ampiamente il 30% degli investimenti (Fonte IAB). Con la “rivoluzione social” siamo passati da un’offerta “one2many” ad una “one2one” mentre il mercato televisivo italiano dai 3 canali del 1950 ne conta oggi oltre 400, in attesa di ulteriori evoluzioni nate dall’integrazione tra tv e web. La “società liquida” genera la polverizzazione dei media. Al di là dell’infotainment, che oggi va tanto, resta sullo sfondo un grande bisogno di autorevolezza che non sempre persegue la logica del “like”. Pensiamo alle fake news che pullulano il web: se tutte le fonti sono credibili allora nessuna lo è. Ma questo come impatterà nella fruizione dei contenuti e dell’informazione da parte degli utenti? E di conseguenza: come si muoverà la pubblicità che, di fatto, permette indipendenza e libertà alle testate e ai giornalisti?