Vino & Made in Italy: scenari da dopo pandemia

Vino & Made in Italy: scenari da dopo pandemia

Vino & Made in Italy: scenari da dopo pandemia

I consorzi di tutela hanno avuto un ruolo chiave nella comunicazione e nella valorizzazione del Made in Italy. Dal 2009, con l’entrata in vigore della così detta OCM Vino, in particolare, i consorzi vitivinicoli si sono trasformati in vere e proprie agenzie di comunicazione e di promozione territoriale.

Tutta l’attività di controllo un tempo in capo a loro ( e i relativi fondi) viene affidata ad appositi enti di certificazione per garantire la terzietà nei controlli e i consorzi devono affinare l’arte della “ricerca di finanziamenti” per realizzare attività di comunicazione e promozione previa presentazione di progetti per bandi e gare. Obiettivo: sfondare nei paesi terzi, cioè in quei mercati extra UE, destinatari delle azioni.

2009 – 2019: il decennio felice della promozione OCM Vino

In questo decennio, dal 2009 al 2019, il mondo del vino italiano ha acquisito dimestichezza con i bandi, ha imparato a creare progetti, ha saputo individuare partner internazionali con cui lavorare. Agenzie di Pr internazionali e consulenti indipendenti hanno guadagnato visibilità e posizioni nel mercato della comunicazione del vino mentre di pari passo la “stampa estera” è diventata “il target” da raggiungere per enti di promozione e professionisti della comunicazione, non tanto perché i mercati esteri fossero primari consumatori di vino, quanto piuttosto perché le azioni erano finanziabili, e quindi sostenibili, solo se rivolte oltre i confini del feudo europeo. Con buona pace di molta stampa italiana che di punto in bianco si è trovata esclusa da eventi, degustazioni ed incoming. E poi è arrivato il Covid.

2020: effetto pandemia

La pandemia del 2020 ha avuto lo stesso effetto di un masso che, precipitato a folle velocità nelle acque calme e limpide di un piccolo laghetto di montagna, ne ha sconquassato l’ecosistema, ne ha modificato irrimediabilmente la conformazione e ne ha reso l’acqua torbida, sollevando sabbia e fango, lenti a sedimentarsi di nuovo in chissà quale forma.
Fuor di metafora è lapalissiano riconoscere che anche raggiunta l’immunità di gregge e definita la “nuova normalità” oggi non siamo ancora in grado di capire come muoverci in termini di comunicazione e di promozione per il settore del wine&food e del turismo, due comparti differenti ma complementari.

Alla ricerca di una nuova via per la promozione


Fa pensare nel frattempo la scelta di un noto consorzio vitivinicolo italiano di ingaggiare una decina di influencer e di blogger per comunicare il proprio marchio territoriale nel mercato russo. È certamente un segno dei tempi ma anche lo sforzo di uscire in qualche maniera da uno stallo delle attività non più sostenibile sia per la base produttiva sia per gli enti che sono delegati alla comunicazione. Fa altrettanto pensare poi che due dei principali consorzi vitivinicoli italiani, con sede a Verona, da mesi siano privi della figura del direttore e di conseguenza galleggino nella gestione dell’ordinario ma senza una guida in grado di tracciare (o di tentare di tracciare) una strategia per il dopo Covid. Una ridefinizione di ruoli e funzioni che genererà dei cambiamenti importanti anche per le fiere, Vinitaly in testa.

Digitale o “in presenza”?


Sul campo restano da un lato i produttori – chi ha saputo reinventarsi e digitalizzarsi ha fatto grandi balzi in avanti a dispetto del lockdown – e dall’altro il mondo della comunicazione che si interroga su “come comunicare il wine&food” nel dopo Covid e soprattutto a chi, da momento che la pandemia è prevedibile lascerà segni importanti nella capacità reddituale di molti.
E il digitale? Continuerà ad avere il ruolo che si è forzatamente guadagno in questi 14 mesi di chiusura semi totale oppure assisteremo ad una sorta di “manic monday” della comunicazione in salsa italiana? Blogger e influencer a distanza ( e a pagamento) continueranno ad essere gli evangelizzatori del Made in Italy da remoto oppure è prevedibile un graduale ritorno ad azioni di promozione e di comunicazione in presenza per operatori e stampa super selezionata?
La fisica ci insegna che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria quindi, dopo oltre un anno di chiusura, siamo indotti a pensare che quanto abbiamo visto a Londra nel primo lunedì di graduale apertura possa accadere anche qui…
Vedremo. Come recita la famosa canzone “the answer is blowin’ in the wind”…

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